Gli oggetti
cambiano il nostro corpo.
La draisina è l'antenato della bicicletta.
L’uso della
bicicletta rompe in maniera clamorosa la tradizione e porta il corpo femminile
verso forme di modernità
sconosciute per l’epoca.
La donna in
velocipede viene giudicata sconveniente
ed è l’immagine opposta a quella della sposa esemplare.
La
bicicletta diviene per un certo periodo la metafora delle lotte di emancipazione femminile
(20 secolo).
Fino alla
fine dell’Ottocento pregiudizi e stereotipi impedirono alla donna di utilizzare
la bicicletta.
All’inizia
la bicicletta era un lusso di pochi, poi si fece a man a mano più comune, prima
tra gli uomini e poi tra moltissime donne.
Il ciclismo caratterizzò
particolarmente la vita sociale del periodo; superò i confini dello sport per
invadere lo spazio del costume.
Nel 1892
sorse a Dresda (Germania) il primo club ciclistico femminile.
Si
individuarono 3 principali
motivi per i quali la donne si dedicava al ciclismo, nessuno però
giustificabile secondo l’epoca:
-
raggiungere
l’emancipazione e l’uguaglianza dei sessi
-
porre
rimedio alla noia
-
trovare
marito
Si tornò a
dibattere sul voto alle
donne e la moda si semplificò liberando il corpo.
Nel sud
Italia le biciclette erano ancora poco diffuse, ma dopo la seconda guerra mondiale
diminuirono i pregiudizi sulle donne a cavallo dei velocipedi, e anche al sud
divenne di moda la bicicletta, ma poiché non tutti potevano averne una propria,
in famiglia venivano condivise.
In Italia
furono inizialmente le donne a praticare ciclismo come hobby ricreativo.
Dal 1859 in poi nelle scuole
femminili la ginnastica
ha carattere esclusivamente educativo.
Il capo di
abbigliamento rivoluzionario indossato dalle donne in bicicletta era una comoda
e lineare gonna-pantalone
chiamata jupe-culotte in francese e bloomers in inglese.
Due
importanti cicliste:
-
Alfonsina
-
Vittorina
Molti anche
medici ritenevano che l’attività
fosse altamente dannosa
per il delicato equilibrio del corpo femminile, e in particolare per gli organi
riproduttivi.
Successivamente
si comprese che in realtà andando in bicicletta le signore avrebbero controllato se non vinto
tanti loro disturbi
fisici e psicologici.
Vi erano 3 ragioni principali che
la società accampava contro il velocipedismo femminile:
-
igiene
-
morale
-
estetica
Concepire
il viaggio
rappresenta già un’evasione mentale di libertà, azione, trasgressione, di fatto
preclusa alla donna.
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