mercoledì 23 maggio 2012

Riassunto del libro "Il Corpo del Duce" di Sergio Luzzato

Mussolini veniva descritto da tutti come un uomo dalle fattezze possenti, ma anche molto profondo, insomma un grand’uomo, l’ideale di virilità.
L’anno 1926 fu cruciale: ci furono vari attentati volti alla figura di Mussolini; questo comportò la soppressione di tutti i partiti tranne quello Nazionale Fascista, venne creata l’Ovra e ripristinata la pena di morte.
Il motto di Mussolini era “durare”, questo perché lui sapeva di non essere immortale, ma voleva essere eterno anche dopo la sua morte.
Il 22 maggio 1939 i ministri degli esteri tedesco e italiano sottoscrivono il Patto D’acciaio in cui viene stabilito aiuto reciproco in caso di guerra.
Dopo una spedizione in Russia Mussolini si guadagnò il disprezzo della Chiesa e dal 1941, allo scoppiò della seconda guerra mondiale, tutti gli italiani (o quasi) risentono del partito fascista.
Si iniziano a sentire voci sul “morto che parla” in riferimento a Mussolini, perché un uomo dittatore come lui avrebbe continuato per la sua strada se non fosse stato presto ucciso.
Il 28 aprile 1945 Mussolini e la sua amante Clara Petacci furono assassinati al confine da due esponenti partigiani Valerio (Walter Audisio) e Guido (Aldo Lampredi).
Ci sono testimonianze che affermano che Valerio mentì riguardo a due aspetti sulla morte del duce: egli disse di avergli letto una sentenza mentre Guido smentisce; inoltre disse che il duce non disse nulla prima di morire, mentre Guido afferma che il duce orgogliosamente disse <<mirate al cuore>>.
I corpi di Mussolini, della Petacci e di altri gerarchi fascisti furono appesi a testa in giù a piazzale Loreto con degli uncini da macellaio.
Vennero appesi in pubblico perché mesi prima furono uccisi e messi in bella vista 15 partigiani.
La metafora del macellaio riporta al fatto che quegli uomini vennero come degradati a bestie.
In seguito ci fu una dura lotta per la sepoltura dei cadaveri che prolungò la guerra civile.
Questa esposizione inoltre fu una vendetta in due sensi:
  • vendetta logica nei confronti dei 15 uomini della Resistenza;
  • vendetta scolastica, perché i partigiani reputavano piazzale Loreto il “luogo della memoria”.
Il calvario di Mussolini è inoltre comparato con quello di Gesù, perché quando il duce era ormai morto e appeso a Milano i cittadini gridavano <<fai il discorso adesso, fai il discorso!>>, mentre quando Gesù era già morto e crocifisso quella volta gridarono << fai il miracolo ora, salva te stesso!>>.
Inoltre Mussolini venne appeso con dei gerarchi, Gesù con dei ladroni.
Appendere un morto a testa in giù, inoltre, per il Medioevo era il massimo atto di infamia; ma lo fecero anche per assicurare alla folla che fosse veramente morto, ed evitare che si creassero inutili leggende sul duce ancora in vita.
A seguire ci fu un vero e proprio mercato delle foto di p.le Loreto questo anche per scoraggiare altre dittature.
Alla morte del dittatore si verificarono scene piuttosto macabre, di gente che andò a ballare vivacemente sulla sua tomba ipotetica e urinandoci addirittura; questi fenomeni di danza in compagnia per la felicità avvennero un po’ in tutte le piazze d’Italia.
Ci fu una differenza sostanziale tra i cadaveri dei fascisti e quelli dei partigiani, perché questi ultimi venivano chiaramente considerati uomini, mentre i primi no.
Alla vigilia della morte dei Mussolini il perseguitare di ex-Resistenti provocò la nascita del Neofascismo: SAM à Squadre d’Azione Mussolini.
Una delle persone che più seguirono il culto del duce fu Leccisi: egli trafugò la salma del duce dal cimitero milanese Musocco e questo per far “durare” l’ideologia mussoliniana: il duce non più corpo ma memoria.
Il trafugamento ebbe varie tappe: furono sospettatati i preti Zucca e Parini di aver aiutato Leccisi. Quest’ultimo svelò il luogo della salma a patto che avesse una degna sepoltura cristiana; venne sospettato anche il questore Agnesina che non fece nulla per fermare Mussolini.
Nasce presto un nuovo partito il MSI (Movimento Sociale Italiano) che funge da sigla nascosta di “Mussolini Sempre Immortale”.
Ci furono problemi anche con i testamenti di Mussolini, che lui in realtà non fece; furono solo alcuni ad inventarseli.
Tutto il travaglio della salma del duce portò a numerose autopsie senza cadavere e anche a tantissimi “funerali” senza corpo; in ogni città affezionata al duce si costruivano piccoli altarini con fiori e candele.
Dopo un anno e più dall’esecuzione di Mussolini, in pochi conoscevano il vero nome dell’uccisore del dittatore ma tutti lo ammiravano, tranne i neofascisti, che lo consideravano un assassino spietato; infatti volevano ucciderlo.
Ci provò per esempio Salierno, un romano famoso picchiatore, ma siccome si imbatté in un ragazzino che non c’entrava niente uccidendolo, scontò 30 anni di carcere.
Intanto venne abbandonata la monarchia passando alla Repubblica, ma ciò non aveva legittimità morale in quanto fondata sugli avvenimenti di p.le Loreto.
Proprio Mussolini affermò che la morte che uno fa si addice al proprio carattere: lui morì malamente.
Il duce venne incolpata di tre delitti:
  • il tradimento, per essersi travestito da tedesco per fuggire, ma i sostenitori lo ritengono infondato, in quanto dissero che lui voleva morire in bellezze;
  • la truffa, perché portò via con sé tutto l’oro della banca italiana, anche se molti dicono che questa colpa era infondata in quanto non aveva mai i soldi con sé;
  • l’adulterio, perché era scappato con l’amante lasciando la moglie e le figlie; questo venne messo in dubbio dalla moglie che anni dopo si inventò un lettera speditale dal marito in cui lui affermava che amava solo lei.
Per circa 11 anni il cadavere di Mussolini venne nascosto da un gruppo di frati sotto ordine del governo, per evitare che si celebrasse il funerale. Per tutto questo tempo i cittadini rimasero nel dubbio riguardo al suo cadavere.
Nel gennaio 1955 il presidente del consiglio Scelba aveva pensato di restituire il corpo ai familiari di notte, così da non offendere gli anti-fascisti.
Quando divenne presidente del consiglio Zola si effettuarono dei veri e propri funerali in tutta Italia.
Si lottò per questo lutto: gli antifascisti fecero tante proteste per fermare i pellegrinaggi a Predappio alla tomba del duce, infiltrandosi addirittura segretamente per provocare incidenti.
Tambroni piuttosto tutelò i diritti dei neofascisti a Predappio, vietando però l’entrata a chi vestiva con una camicia nera.

4 commenti:

  1. L'omicidio per cui venne condannato l'attivista del MSI Giulio Salierno (1935 - 2006) fu a scopo di rapina e non ebbe connessione alcuna con il progetto di assassinio di Walter Audisio. La vicenda umana di Salierno è descritta nel libro di memorie Autobiografia di un picchiatore fascista (Torino,1976; Roma 2008).
    Il Presidente del Consiglio dei ministri non era Zola, bensì Adone Zoli (1887 - 1960), sesto Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 19 maggio 1957 al 1º luglio 1958.

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  2. La ringrazio molto per il suo commento, ma qui si tratt solo del riassunto di un libro scritto da un mio professore di universitá. Pertanto le informazioni sono semplicemente prese dal libro

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  3. Joy, mi potresti dare perfavore qualche tuo contatto? O facebook o email? Avrei qualche domanda sui tuoi riassunti. Grazie mille

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  4. Ciao, su facebook sono Gioia Zagagnoli ma i riassunti sono di qualche anno fa ormai, non so quanto potrei rendermi utile.

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