Prima
dell’adolescenza non è possibile il pensiero astratto, cioè finché non si
arriva al periodo delle operazioni formali.
Prima degli
anni 11-12 circa il ragazzo non utilizza il ragionamento per assurdo, quale
pensiero di livelli più alto raggiunto dall’uomo.
Le grandi
scoperte vengono infatti fatte dai geni solitamente durante i loro 20 anni,
questo perché il pensiero operatorio formale è al suo massimo sviluppo in
questo periodo, non è quindi ancora affatto deteriorato.
Gli
adolescenti, da bambini che erano e che guardavano gli adulti come Dei che
riuscivano a pensare cose a loro sconosciute, arrivano a vederli alla loro
pari, sia per la crescita fisica sia per la crescita psicologica.
Gli
adolescenti hanno spesso divergenze con gli adulti essenzialmente per due
motivi:
-
per
i loro diversi pensieri e obiettivi
-
per
la delusione che ora il “Dio”, cioè l’adulto, crea nell’adolescente, il quale
ora crede che esso l’abbia proprio in questo difficile momento abbandonato
Durante il
periodo adolescenziale inizia nella mente del ragazzo a comparire la categoria
della possibilità; di conseguenza l’adolescente acquisisce il gusto delle
disquisizioni intellettuali, cioè commentare e ragionare su tutto.
La
possibilità porta però, ansia e irrequietezza, ma porta inoltre l’adolescente a
capire che mentre faccio una cosa è possibile farne anche un’altra.
Esiste
proprio una malattia del dubbio, perché decidere significa accettare le varie
possibilità che esistono e accettare la responsabilità.
Infatti
scegliere una possibilità significa scegliere qualcosa che non è detto che si
realizzi.
L’adolescente
usa la fantasia sia come fuga dalla realtà, sia per riempire i vuoti che si
sono creati tra ciò che prima era certezza.
È
necessario distinguere la pubertà dall’adolescenza, in quanto la prima è
costituita dai cambiamenti corporei, mentre la seconda si riferisce a come i
cambiamenti corporei vengono vissuti. Inoltre l’adolescenza va dal momento in
cui l’individuo è biologicamente maturo (può procreare) al momento in cui in grado di entrare nella società.
Ci sono 4
principali motivi delle difficoltà adolescenziali ad accettare se stessi:
-
i
cambiamenti dell’adolescente sono diversi rispetto a quelli subiti fino a quel
momento; infatti sono qualitativi e non quantitativi
-
in
questi cambiamenti c’è una forte differenza interindividuale, cioè si
differenziano da persona a persona
-
questi
cambiamenti sono inoltre molto veloci, repentini, rapidi e non graduali
-
nel
corpo dell’adolescente si mischiano parti fisiche già sviluppate da adulto e
parti ancora da sviluppare; anche per questo è ancora più difficile accettare
il proprio corpo
L’angoscia
è infatti anche quella di trovare cambiamenti ch rendono brutti e questa
preoccupazione molto comune se molto grave è chiamata “sindrome
dismorfofobica”.
Nell’adolescenza
avviene anche una crisi d’identità: la percezione del sé è diversa e parte
anch’essa dalla trasformazione del corpo.
In alcune
culture sono presenti dei veri e propri riti di iniziazione del ragazzo, con i
quali è proprio la società a definirlo adulto. Nella nostra società non ce ne
sono molti, ed è proprio questa una delle cause principali dei tanti problemi
adolescenziali della nostra cultura occidentale.
Il rito è
formato da 3 fasi essenziali:
1- nel primo momento dell’adolescenza
gli amici e i parenti pensano che il ragazzo sia in pericolo, perché deve fare
questo rito di iniziazione
2- nella seconda fase gli iniziandi
sono come messi all’interno di un cerchio (che ricorda il feto materno) in cui
devono superare alcune prove culturali, intellettive e anche corporee
3- nella terza fase gli iniziandi sono
proclamati adulti e possono tornare alle loro famiglie
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